Qual è il meccanismo attraverso il quale avviene la scelta di una persona piuttosto che di un’altra? Cosa influenza la scelta del partner? Perché proprio lui/lei?

Prospettiva biologica nella scelta del partner

Su un piano biologico e secondo le più accreditate teorie evoluzionistiche, la scelta del partner è relativa alla continuazione della specie. L’uomo sceglie da sempre partner che gli diano maggiori probabilità di garantire la sopravvivenza della sua prole. Per i nostri progenitori, la sopravvivenza era un problema reale ed essere sicuri di procreare figli sani, forti e in grado di sopravvivere ai pericoli e alle avversità era di vitale importanza. Questa esigenza della specie si è tradotta nell’uomo e nella donna in meccanismi e strategie distinti di selezione dei propri partner.

Per l’uomo, una donna “sana” era più in grado di garantire la sopravvivenza della prole e dunque veniva preferita. Le femmine, invece, hanno da sempre preferito e scelto uomini con caratteristiche di maggiore disponibilità a proteggere e accudire la famiglia.

Prospettiva sociologica nella scelta del partner

Su un piano sociologico ciò che ci guida nella scelta del nostro partner è:

  • il principio della somiglianza: le coppie durature sono caratterizzate da un’alta somiglianza fra i partner rispetto a intelligenza, valori, caratteristiche di personalità e interessi;
  • caratteristiche di personalità: si tende a preferire come partner una persona incline alla vita sociale se si è estroversi, oppure una persona che ama la vita tranquilla e ritirata se si è introversi. Viceversa le coppie i cui partner hanno caratteristiche opposte tendono a restare unite per un lasso di tempo inferiore. Quando si sceglie un partner con caratteristiche molto diverse, spesso lo si fa solo per l’attrazione fisica. Ciò che davvero consolida le coppie dopo diversi anni, più che l’attrazione fisica, è dunque la similarità complessiva.

In uno studio condotto nel 2005 si osserva che sia gli uomini che le donne sono alla ricerca di un partner che esprima bisogni simili ai propri, con cui sentirsi compatibile, con cui avere delle caratteristiche in comune, che sia affine, con cui ci si possa identificare, che abbia gusti simili ai propri.

Relazionati con qualcuno che condivida i tuoi valori e insieme conquisterete il mondo.

-John Ratzenberger-

Bisogni e aspettative individuali nella scelta del partner

Altri aspetti fondamentali che ci guidano nella scelta del partner hanno radici più profonde.

  • Nella relazione con il partner ognuno di noi porta una propria precisa modalità e uno schema di come quella relazione sarà e di cosa ci aspettiamo da essa.

E’ il modello di coppia che ci portiamo dentro. Così come l’abbiamo interiorizzato sulla base della nostra esperienza con i genitori. Il progressivo sovrapporsi di configurazioni di coppia nei vari periodi evolutivi, subisce una progressiva integrazione che nell’adulto raggiunge la rappresentazione interiorizzata di coppia. Dall’idealizzazione dei genitori nella prima infanzia, fino alla coppia “smembrata” dalla contestazione adolescenziale e “ricomposta” con l’apporto di altri modelli anche esterni alla famiglia.

Questo “schema” lo abbiamo imparato nel corso della nostra storia personale.  Lo riproponiamo in maniera abbastanza sistematica nelle nostre relazioni intime. E’ uno “schema” che ricalca quello che abbiamo sperimentato nel corso delle nostre primissime relazioni significative, ovvero quelle con i nostri genitori. E’ l’esperienza del nostro primo amore, quello con nostra madre o con chi si è preso cura di noi, che ci imprime nella mente un’idea di cosa ci dovremo aspettare dalle relazioni importanti.

Con quell’idea spesso anche inconsapevole ed inconscia ci muoveremo nel mondo e cercheremo storie e relazioni che possano consentirci di ritrovare quel modello. Se ho appreso, nel corso della mia esperienza personale, che in una relazione significativa c’è da aspettarsi soprusi e angherie è molto probabile che, nonostante le sofferenze che provo nel subire soprusi, io selezionerò come partner qualcuno che mi faccia soffrire. Molto probabilmente, un partner dolce e affettuoso mi sembrerà noioso e poco interessante. Porta nella relazione uno “schema” diverso dal mio, ovvero uno schema orientato alla cura e all’accudimento, E’ evidente, dunque, che un criterio che ci guida nella scelta del partner è l’aderenza del partner al nostro “schema” di relazione e la possibilità che quel partner ci da di replicare quello schema.

Il partner come contenitore di aspetti di sé

  • L’altro, il partner, l’amato, è sempre, in parte, usato narcisisticamente come un contenitore per alcune parti di noi. In lui proiettiamo uno o più aspetti complementari di noi. Questo meccanismo può investire parti idealizzate del sé, come per esempio nell’innamoramento. O parti indesiderabili, angoscianti e difficili da gestire. Questo processo può dimostrarsi evolutivo, e favorire l’integrazione, quando il rapporto con il partner permette di riconoscere e bonificare le parti di noi che abbiamo fino a quel momento respinto, diminuendo anche la proiezione di aspetti scissi. Al contrario, questo meccanismo può andare nella direzione di un uso difensivo dell’altro. La relazione con lui diventa il mezzo per negare la propria realtà psichica. Ignorando e misconoscendo le parti del sé che sono state riposte nel partner e mantenendo allo stesso tempo anche un controllo sugli aspetti angoscianti e ingestibili del sé.

La scelta del partner, da questo punto di vista, è tutt’altro che casuale. Il prescelto deve rappresentare il contenitore “adatto” alle proiezioni e questo deve avvenire per entrambi i membri della coppia. Nel corso di relazioni di coppia significative è possibile osservare questo adattamento reciproco che può essere dinamico, cioè evolutivo e facilitante l’integrazione, o rigido e difensivo.

Integrare significa poter riprendere su di sé tanto le parti buone quanto quelle inaccessibili. Ma anche saper riconoscere la separatezza e la diversità dell’altro rispetto a noi. In questo senso diversi autori, primo tra tutti Dicks, si riferiscono al matrimonio come a una relazione terapeutica naturale. Un terreno comune di scambio all’interno del quale è possibile trovare un contenitore idoneo all’elaborazione ed integrazione dei nuclei non risolti di ognuno di noi.

In quest’ottica i lutti e le separazioni sono esperienze molto difficili da affrontare. Comportano la perdita, oltre che della persona reale, anche di aspetti del proprio sé, del senso di identità ed equilibrio interno che è stato affidato all’essere in coppia.

L’influenza familiare nella scelta del partner

  • Un altro aspetto coinvolto nella scelta del partner ha a che fare con come ci rappresentiamo il “noi”.          Questa rappresentazione interna della relazione con l’altro permette di discriminare affettivamente ciò che può essere condiviso da ciò che non lo è. Il tema della condivisione rimanda automaticamente anche al suo contrario, cioè al senso di esclusione. Come sono stati affrontati  i momenti di non incontro con le figure significative. Ma anche quelli di esclusione all’interno di dinamiche triangolari. Quelle edipiche innanzi tutto e quelle che coinvolgono i fratelli in alleanze e coalizioni, sia orizzontali, che verticali.
  • Infine, ma non meno importante, un altro fattore che influenza la scelta del partner è il mito, e il relativo mandato familiare.

Il mito familiare è un insieme di rappresentazioni, valori e credenze condivise concernenti l’immagine che i membri di una famiglia hanno di sé stessi e dei ruoli reciproci all’interno della famiglia stessa. Per comprenderlo bisogna quindi concentrarsi sui contenuti simbolici e ideativo-affettivi che appartengono a più generazioni di individui.

Ogni individuo infatti trova nell’universo di valori familiari e nei suoi miti una peculiare collocazione, funzionale alla soddisfazione dei suoi bisogni primari e al suo equilibrio psico-affettivo. Il mito familiare da un lato ha una funzione omeostatica. Assicura continuità all’identità dei suoi membri e alle relazioni reciproche. Funziona come mezzo di resistenza al cambiamento. Con il tempo può subire delle modificazioni importanti e questo spesso avviene in corrispondenza delle tappe evolutive, in cui è richiesta una modificazione funzionale dei rapporti all’interno del sistema.

Il mito familiare, e il mandato che lo veicola, ha una funzione importante nel determinare la scelta del partner. Quando il mito familiare prevale sui bisogni individuali, la spinta a realizzarlo è tale da sostenere la convinzione che esso esprima il tipo di legame più idoneo a soddisfare le esigenze individuali. In altri casi si può invece assistere a una ribellione, più o meno cosciente, al mandato. Ciò porta a una conseguente scelta del partner con caratteristiche opposte a quelle previste.

In entrambi i casi è comune che le aspettative sul piano affettivo rimangano insoddisfatte. Comunque quanto più il mito sarà ricco e articolato tanto maggiori saranno le possibilità di scelta e sviluppo individuale. Tanto più una componente prevarrà sulle altre, quanto minori saranno le possibilità che un’ampia gamma di bisogni venga soddisfatta all’interno della relazione di coppia.

Quindi…

Le persone vivono le relazioni sentimentali non solo sulla base degli aspetti coscienti della relazione con l’altro. Ma anche in funzione delle rappresentazioni interne, di modelli, che hanno costruito nel corso dell’esistenza all’interno dei rapporti più significativi.

Quando due persone si incontrano ognuna porta con sé un bagaglio di modelli e abitudini relazionali. Di “Teorie” e aspettative, di bisogni da soddisfare, di domande alle quali rispondere per trovare una via d’uscita a difficoltà sentimentali precedenti, fantasie e bisogni evolutivi, o regressivi, spesso legati a ruoli e funzioni assunte all’interno della famiglia di origine o a precedenti rapporti di coppia.

Insomma la scelta del partner, anche quella apparentemente più spontanea, acquista un senso solo alla luce di una più attenta analisi degli elementi che l’hanno determinata.

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